Capitolo 15

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Andrea arrivò nel primo pomeriggio; Eros stava facendo il riposino pomeridiano in casa con mio padre, io e mia madre invece eravamo in spiaggia.

_”Ciao.” disse Andrea e noi rispondemmo al saluto.

Mia madre si alzò e si mise a chiacchierare un po’ con lui, poi aggiunse :”Vado a fare una passeggiata in riva al mare, volete venire?” stava andando per lasciarci un po’ soli.

_”No mamma, vai pure; magari dopo.” ; anche Andrea decise di non andare.

_”Eros? Dorme?”

_”Sì, dorme.”

Silenzio…

_”Come stai?” mi chiese.

_”Bene, tu?”

_”Abbastanza, sono un po’ stanco. Lunedì andrò in Spagna, ricordi che ti ho parlato della nostra apertura a Siviglia?”

_”Si certo. Bene. Starai via molto?”

_”Due settimane. Mi spiace, ma non potrò raggiungervi per il prossimo fine settimana, per quello dopo sì però.”

_”Ultimamente non ci sei spesso, Eros si sta abituando ormai.”

_”E’ lavoro, lo sai.”

_”A questo punto non lo so più Andrea.”

In quei giorni mi balenava per la mente che forse Andrea avrebbe potuto avere un’altra donna, era una sensazione che non mi abbandonava.

Non mi spiegavo come un uomo, un marito, non desiderasse più la propria moglie come invece capitava fino a poco tempo prima che cominciasse le sue trasferte. La nostra complicità si era via via affievolita fino a scomparire. Non capivamo il motivo e sembrava non ci importasse capirlo. In quel momento pensai che avrei voluto lì con me Tommaso.

Mio marito era lì davanti a me, forse avrebbe voluto dirmi qualcosa ed io pensavo ad un altro uomo.

Quella era per me una sconfitta.

Lui riprese: “Cosa non sai più? Che dubbi hai?”

_”Mille dubbi Andrea, altrimenti non avremmo pensato di separarci, non credi?”

Mi alzai, lui mi prese per mano e disse : “Andiamo a fare due passi.”

_”Non ne ho voglia. per quale motivo dovremmo?”

_”Dai andiamo, ti porto in un posto.”

Aspettammo che tornasse mia madre, mi vestii e ci incamminammo in silenzio.

_”Dammi la mano.” mi disse.

Non gliela diedi.

_”So dove mi stai portando; perchè lì?” lì era il luogo in cui mi chiese di sposarlo; un posticino molto carino, su di una collina che affacciava sul mare.

Il giorno in cui mi chiese di sposarlo, ricordo, mi bendò per salire lassù, non so quante volte inciampai. C’era un silenzio irreale, si sentiva solo il rumore lontano delle auto che passavano e il canto delle cicale; anche in quel momento era così. Il mio stato d’animo era però l’opposto di quello che avevo provato qualche anno prima, non so perchè accettai di seguirlo.

-“Perchè qui Andrea?”

_”Qui ti ho chiesto di sposarmi,qui è cominciato tutto. eravamo felici quel giorno e pieni di speranza, di amore; non sapevamo però che ci saremmo tornati in un momento di crisi. Ci amavamo davvero Cassie. Possibile sia tutto finito? Cosa ci è successo?”

_”Che domande mi fai? Non ho una risposta. Probabilmente lo capiremo stando lontani.”

Ero nervosa, avevo caldo, ero sudata e volevo tornare indietro. Non capivo cosa significasse quel gesto.

_”Quando ti innervosisci mi piaci, significa che ci tieni.”

_”Beh se ti accontenti.”

Si avvicinò a me .

_”Baciami.”

_”Cosa?”

_”Ho chiesto un bacio.”

Si avvicinò ancora di più, mise le sue mani intorno alla mia vita, mi strinse a sè guardandomi negli occhi e mi baciò; io non riuscii a ricambiare inizialmente, poi cedetti.

Pian piano stavamo scivolando in qualcosa che non credevo più possibile. Il bacio divenne sempre più appassionato. Dopo mesi di silenzio e lontananza ci stavamo desiderando ancora.

Mi lasciai andare; dopo pochi minuti fummo una cosa sola; in quel momento ero dell’uomo che avevo sposato, che mi conosceva come nessuno mai, ero del padre di mio figlio.

Ci stavamo però lasciando, non ci stavamo ritrovando,stavamo dicendoci addio.

Miriam
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