Capitolo 13

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Restammo fuori un po’, appoggiati ad un muretto e parlammo molto. Ci dimenticammo di tutto il resto.

Scoprii molte cose di lui. Entrambi stavamo passando un momento di “crisi esistenziale”.

Gli parlai del mio matrimonio che si era preso un attimo di pausa, del momento no e della mia confusione totale. Quel bacio poi aveva contribuito ad aumentarla, ma questo non lo ammisi.

Lui invece, lontano dalla madre di sua figlia sosteneva di stare bene.Non sentiva l’esigenza di vivere tutti i giorni con lei come una famiglia vera, per questo motivo non sapeva se accettare un trasferimento che gli avevano proposto proprio quel venerdi mattina e proprio a Roma.

Questa confidenza mi spiazzò. Cercai di capire per quale motivo si sentisse così,avrebbe riunito la sua famiglia se avesse accettato e per la bimba sarebbe stato positivo.

_”Sì, per mia figlia sarebbe bellissimo,ma io non sono sicuro dei miei sentimenti per Anna. La nostra è una storia strana, sai? Ci siamo amati, lasciati, ripresi e mollati molte volte. Poi è rimasta incinta ed io non credevo nemmeno fosse mio, perchè in uno dei periodi in cui non stavamo insieme, credo quello più lungo, lei ebbe una storia con un altro uomo. Mentre stava con lui appunto, una sera venne da me piangendo, chiedendomi di aprirle perchè aveva bisogno di me. La feci salire, parlammo, cercai di calmarla. Aveva discusso con lui a causa mia. Finimmo per farlo, sesso intendo, non chiedermi perchè ma successe. Lei è sempre stata sicura che la creatura che portava in grembo fosse nostra, abbiamo fatto il test del dna e infatti aveva ragione. Quella creatura era mia. Da quel momento per me cambiò tutto, la vedevo con occhi diversi, credevo di essere innamorato, forse la amavo davvero o forse era solo perchè aspettava mia figlia, non saprei. Sicuramente un figlio ci avrebbe legati per sempre. Io avevo il dovere di stare con loro. Andammo a vivere insieme, non abbiamo mai pensato al matrimonio. Furono nove mesi intensi, ricchi di emozione. Vedevo la sua pancia crescere, sentivo quella piccola creatura muoversi e pensavo quale grande miracolo fosse la vita. Quella piccola vita era nostra ed io l’amavo già. Dopo il parto però cominciarono i problemi. Anna soffrì di depressione post- partum ed ebbe un leggero rifiuto nei confronti della bimba. facevo quasi tutto io. Rimasi a casa quasi un mese in permesso poi ripresi il lavoro e la madre di Anna si occupò di lei e della piccola Sofia, così si chiama mia figlia. Anna poi si riprese. Al compimento dei sei mesi di Sofia decise di riprendere a lavorare. E’ una parrucchiera, ma non ha un negozio suo, lei pettina i personaggi famosi, lavora presso gli studi televisivi.”

_”Bel lavoro.”

_”Sì, bello. Dopo due mesi dal suo rientro le proposero di trasferirsi a Roma e lei accettò, senza neppure chiedermelo. Disse che era una proposta che non poteva rifiutare, che comportava un sacrificio allontanarsi da me e da Sofia, ma che le avrebbe dato uno stipendio più alto e più soddisfazioni. Io non capivo. Stava rinunciando alla sua famiglia. Preferiva allontanarsi da noi. Credo proprio che non fosse pronta per un figlio, altrimenti non ci avrebbe lasciati qui. Cosa credi? Quando andiamo a trovarla, sta con Sofia, ma non si prende mai uno o due giorni di ferie per dedicarsi completamente a lei. Trasferirci là a cosa servirebbe? Lei non c’è quasi mai. I fine settimana sono taboo, perchè lavora sempre. Non so Cassandra, non è la donna che credevo fosse e nemmeno la maternità l’ha cambiata. E’ una donna egoista, non lo fa con cattiveria,anzi credo ne sia inconsapevole e credo anche che si veda con qualcuno. Siamo lontani in tutti i sensi.”

_”Addirittura avere un altro ? no, come potrebbe?”

_”Potrebbe credimi, non sarebbe la prima volta.

Si era aperto con me, mi stava raccontando molte cose e , a dire il vero, anche io pensavo che Anna fosse un po’ egoista, ma non volevo giudicare; non la conoscevo, non mi sarei mai permessa di pensare male e poi le situazioni devono essere vissute per capirle .

_”Ecco dove sei. E’ un’ora che ti cerchiamo.” sbucò Emma all’improvviso.

_”Emma, è vero, scusatemi, ma sapete che a me non piace ballare.”

_”Tutto bene? Questo ragazzo ti importuna?” disse ridendo.

_”Tutto ok. Il ragazzo fa il bravo.” risposi ridendo.

Chiacchierammo un po’, poi Emma rientrò.

_”Tu hai portato aria nuova nei miei pensieri. Vorrei averti conosciuto prima, siamo ancora in tempo per farlo?” disse Tommaso.

_”Credo di sì, ma tutto il resto non scompare.”

-“Vero, ma conosciamoci. Sia per un giorno, per una stagione o per tutta la vita.”

Volevo conoscerlo, ma mi sentivo sbagliata in quelle vesti. Avevo appena accettato un bacio da un uomo che non era mio marito e per me quello era un grande segnale d’allarme. Possibile che le cose si fossero logorate a tal punto da spostare la mia attenzione su altro? Non era mai successo in vita mia.

Ci alzammo, lui mi abbracciò e mi sussurrò nell’orecchio : “Ti porterei via con me stanotte.”

Io sorrisi, non potevo rispondere altro. Lui mi baciò di nuovo.

Miriam
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