Capitolo 10

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Andrea tornò all’ora di cena. Avevo preparato la pizza, sapevo che sarebbe piaciuta a tutti.

Appena Eros sentì la porta aprirsi, corse incontro al suo papà; lui lo strinse forte e gli consegnò un regalo, poi mi guardò, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte.

Non credevo a quell’abbraccio, o meglio, credevo che lo avesse dato alla madre di suo figlio e non alla donna che aveva sposato e che amava.

Riuscii solo a dire : “Bentornato.”

Ci sedemmo a tavola tutti e tre e durante la cena Eros raccontò ad Andrea la sua gita al parco con le maestre e i compagni della scuola materna,gli animali che aveva visto, i fiori, insomma era eccitato per il fatto che il papà fosse lì con lui.

Andrea sapeva queste cose anche perchè si erano sentiti tutti i giorni, ma lo ascoltava comunque amorevolmente.

Dopo cena Andrea si fece una doccia; io nel frattempo finii di sistemare la cucina e mi sedetti sul divano con eros davanti alla tv come facevamo tutte le sere.

Non voleva andare a dormire .

_”Va bene amore, ma non si esagera con la televisione, ok?”

_”Gioco con il regalo di papà.” mi disse.

Andò nella sua cameretta.

Andrea poco dopo lo raggiunse e rimase un po’ a giocare con lui. Venne poi a sedersi accanto a me.

_”Tu stai bene? Non hai parlato molto.”

_”Si, sto bene. Questa settimana ho fatto giornata, quindi la sera sono un po’ stanca. Tu? Come erano i nuovi allievi questa volta?”

Mio marito è un capo cuoco e aveva accettato da qualche mese di fare delle trasferte in Italia a formare i nuovi chef; a volte stava via pochi giorni, altre volte anche due, tre settimane. la ragione che lo aveva spinto ad accettare fu, ovviamente, l’aumento dello stipendio; ricordo che ne parlammo molto prima di arrivare ad una decisione. Non era convinto soprattutto di lasciarmi sola con Eros ed io ho sempre sospettato che , a parte la retribuzione più alta, forse inconsciamente avesse accettato quella proposta per staccarsi un po’ da me ed evitare certe situazioni che purtroppo si erano venute a creare. La situazione però non cambiò, tutto rimase fermo, eravamo appesi ad un filo.

A quel punto credevo ci volesse una svolta. fino a quel momento non avevo avuto il coraggio di farlo; quella sera invece, mi sentivo pronta e , dopo aver messo a letto eros, gliene parlai.

_”Sei andato via arrabbiato con me. Torni tranquillo, cosa succede?”

_”Come mai questa domanda?Hai voglia di parlare chiaro finalmente?”

_”Forse prima non ero pronta,ora credo di esserlo.” mi fermai per respirare, poi continuai :”Non credo di essere un mostro, sono un essere umano con pregi e difetti.Credo tu mi veda con occhi diversi da quando sono diventata mamma ed io ti confermo che sono diversa perchè sono una mamma ora. Eros viene prima di tutto, anche di te. so che non ti piace come affermazione, ma è la realtà ed io voglio essere sincera.Prima eravamo solo io e te; tu eri il mio mondo,ora c’è Eros che non ti ha sostituito, lui è nostro e lo amo più della mia vita. lo amo perchè è il frutto del nostro amore e ora è piccolo e ha bisogno di noi totalmente. Senza intenzione vera ti ho messo da parte, scusami per questo ma io mi sento prima di tutto mamma . Non è una giustificazione, sei mio marito e ad essere sincera, non credo di non considerarti per nulla, forse a te non basta più.”

Andrea ascoltò in silenzio e guardandomi negli occhi disse : “Esatto, forse non mi basta più. vorrei tornare ad essere il tuo mondo; so che Eros è la vita per te, lo è anche per me, sono suo padre. Sono d’accordo poi nel dire che con la madre il rapporto è più viscerale, ma io? Esisto ancora, Cassandra? Non rispondere, conosco già la risposta.”

In quel momento appresi che il pensiero di una donna, la visione stessa della vita per una donna è realmente diversa da quella di un uomo. Avrei voluto che Andrea fosse diverso, che mi accettasse per l’assolutezza che mostravo nei confronti di nostro figlio, che non fosse egoista, che mi amasse per quella che ero diventata, senza riserve.

Ero convinta che se così fosse stato, saremmo riusciti a ritrovare il nostro equilibrio.

Non riuscivamo ad abbattere quel muro che ci divideva. Cosa ci era successo? Era arrivato veramente il momento di dire basta?

_”Forse sarebbe meglio che ci separassimo per un po’.” dissi.

_” Forse si.” rispose lui.

_

Miriam
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