Capitolo 6

Posted on

Ci sedemmo uno di fronte all’altra. Notai un piccolo neo sulla mano destra e nessuna fede al dito. Al mio fianco sedeva Emma,la mia sorella mancata, mi fido di lei, è davvero la sorella che non ho mai avuto.

Ogni tanto i piedi miei e di Tommaso si toccavano.

_”Scusa.”

_”No niente.”

In quel momento ebbi il coraggio di fargli la domanda che mi ponevo da giorni :”Non sei sposato quindi, o sbaglio?”

_”No, non lo sono.” rispose

_”Ah ok.”

_”Hai tempo dopo di fermarti un po’ a parlare con me?”

Non mi aspettavo assolutamente questa richiesta , ma risposi senza pensarci facendo sì con la testa. Di getto poi pensai a mia madre che stava accudendo mio figlio in mia assenza .

In questi giorni stavo da lei perchè mio marito era fuori per lavoro.

Ultimamente capitava spesso che facesse delle trasferte e stesse via anche settimane intere; anche questo probabilmente contribuiva al nostro allontanamento.

Al termine della cena, chiamai mia madre per sapere come stava Eros.

_”Sta dormendo. Tu per che ora torni?”

_”Tra poco, il tempo del caffè e dei saluti. Grazie mamma. A dopo.”

Tornai dagli altri al tavolo e dopo il caffè uscimmo dal ristorante. Si era fatta quasi mezzanotte, dopo aver chiaccjierato un po’, a poco a poco,gli altri tornarono a casa; io e Tommaso fummo gli ultimi. Eravamo rimasti soli.

_”Eccoci qua.” dissi io.

_”Tutto bene Cassandra!”

_”Certo, tu?”

_”Io sono stato una settimana a Roma con mia figlia.Siamo andati da sua madre.”

Ecco perchè non lo avevo visto; non sapevo però cosa dire; l’unica parola che uscì dalla mia bocca fu:” Bene.”

Continuò lui :” Rispondendo alla tua domanda di prima, io non sono sposato e non vivo con la madre di mia figlia perchè lei ha un lavoro con sede a Roma, io qui a Milano; quindi abbiamo deciso di vivere separati fino a che qualche offerta di lavoro nuova non mi riporterà là.”

_”Vostra figlia vive con te quindi?”

_”Si; abbiamo deciso così perchè a Roma non c’è nessuno che si possa occupare di lei mentre la madre lavora. Ci sarebbero gli asili nido,ma lei ha orari assurdi, non coincidono. Qui invece ci sono i nonni che mi danno una mano; infatti lei ora è con mia madre e domattina passo a salutarla prima di andare al lavoro.”

_”Anche mio figlio è da mia madre stasera e , a dire il vero, ci andrò anche io dato che mio marito è in trasferta ed io preferisco non stare sola.”

_”Quindi anche tu sei più o meno nella mia situazione.”

_”Diciamo di sì.”

Silenzio

Interminabile silenzio

Occhi negli occhi.

_”Ti sembrerà assurdo,ma dopo il nostro sconto sulle scale, ho cominciato a pensare a te e , forse, anzi, senza forse, non dovrei proprio.”

_”E’ capitato anche a me. Anche io non dovrei.”

_”Ah, andiamo bene allora.” e sorrise.

Aveva un bel sorriso, quando sorrideva i suoi occhi sorridevano con lui.

_”Perchè non ci beviamo un caffè uno di questi giorni, ti và?”

_”Volentieri.”

_”Ok dai, facciamo che ti lascio il mio numero.”

Lo scrisse su di un pacchetto di sigarette vuoto che aveva in tasca; me lo diede, mi guardò e mi salutò con due baci sulle guance.

_”Ciao stellina.”

_”Ciao.”

Prendemmo le auto e ci dirigemmo verso le nostre case, verso la nostra vita lontana da quella serata, da quegli sguardi, lontana da noi, ma così incredibilmente reale e viva dentro di me.

Miriam
signature

Iscrizione newsletter

Registrati qui per ricevere tutte le notifiche sulle novità di questo blog.

Cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Nessun commento al momento.

Precedente
Capitolo 5
Capitolo 6