Io e Tommaso ci siamo conosciuti al lavoro,anche se non siamo colleghi. Io lavoro per un asilo nido presso un centro commerciale;accudisco i figli dei dipendenti dei negozi e del supermercato. Lui invece fa parte della direzione del centro commerciale.
L’ho notato subito, ma non abbiamo mai avuto occasione di conoscerci davvero, a parte i soliti saluti di cortesia le rare volte che capitava di incontrarsi. Un giorno poi l’incontro vero, o meglio, lo scontro.
Quella mattina ero in ritardo e, mentre scendevo le scale infilandomi il grembiule (noi insegnanti abbiamo gli spogliatoi ai piani superiori, dove si trovano anche gli uffici della direzione) lui girò l’angolo del pianerottolo e ci scontrammo così fortemente che per non farmi cadere a terra, mi abbracciò; mise le sue braccia intorno alla mia vita e mi strinse a sè. Quello fu il momento in cui lo guardai per la prima volta negli occhi e improvvisamente arrosii.
_”Attenzione.”
_”Oddio scusami, sono di fretta.”
_”Ho notato, tutto bene?”
_”Si, grazie.”
A quel punto mi lasciò ed io,imbarazzatissima, dissi : “Grazie per non avermi fatta cadere, ora devo andare, scusami ancora.”.
_”Figurati. Buon lavoro.”
_”Grazie anche a te.”
Continuai la mia discesa per le scale non di corsa, ma con il cuore in gola.
Quel giorno e gli altri a seguire notai che passava spesso davanti all’asilo;lo notai anche perchè quest’ultimo è situato in prossimità di un bar del centro commerciale e l’aula gioco dei piccoli ha una vetrata che dà proprio sulla galleria dalla quale si vedono centinaia di persone passare ogni giorno.
Spesso,mentre mi trovavo con i bimbi nell’aula gioco, notavo lui passare o al bancone del bar a bere un caffè solo o in compagnia di qualche collega.
Sta di fatto che cominciai a pensare a lui, così da un momento all’altro, senza un motivo reale e che in quel momento mi sembrasse logico.
Cosa ne pensi?