Io mamma

Mamma, parola meravigliosa che racchiude in essa tutto ciò che l’amore prevede.

Essere mamma  è dedizione, sacrificio, scelta, dovere¸serenità , condivisione , felicità , soddisfazione , pianto , gioia , nervosismo , stanchezza e cuore, tutto sempre mettendoci il cuore.

Io sono mamma due volte e per due volte ho avuto la conferma di quanto  viscerale sia il legame.

Io sono un po’ apprensiva, lo ammetto.

La prima gravidanza però è stata vissuta con totale inconsapevolezza. Era una scoperta continua; ogni giorno accadeva qualcosa di nuovo, ogni giorno il mio corpo si trasformava e con nesso le mie emozioni cambiavano; i miei occhi languidi si riempivano di gioia e amore per l’esserino che sentivo crescere dentro di me.

Non ero più sola, eravamo in due ed ero responsabile di lui, del suo star bene e crescere sano per poter essere poi messo al mondo.

Non sapevo cosa mi aspettava, non conoscevo i dolori del parto ( …che poi sono soggettivi…).

Sono arrivata inconsapevole a quell’appuntamento al buio e ho vissuto l’attesa, il dolore, le spinte con amore.

Sentire quel batuffolo sul mio cuore, così caldo e soffice e pieno di vernice caseosa;  assistere al lento placarsi del suo pianto appena il suo orecchio ha percepito il battito del mio cuore; il cuore che lo ha accompagnato per 9 mesi e che lo accompagnerà per tutta la vita.

Da lì poi comincia la tua nuova vita.

Ricordo il primo giorno a casa insieme; ero distrutta, dolorante, ferro bassissimo ,ma felice.

I primi cambi di pannolini, le prime allattate quando il latte non arrivava, le persone che carinamente venivano a trovarti e ti davano consigli facendo a gara su chi lo prendesse in braccio per primo. Tu con il tuo pensiero fisso “Cavolo, non riesco ad allattarlo, che mamma sono!” sorridevi a qualsiasi consiglio. Col passare dei giorni poi le visite diminuiscono, cominci a mettere insieme i primi pezzi di questo puzzle intitolato “LA MIA NUOVA VITA DA MAMMA”.

Sei sola con il tuo esserino tra le braccia, cominci a capire come cambiarlo, a riconoscere i tipi di pianto ; se tuo figlio di notte non dorme, devi durante il giorno dormire quando lui dorme e quando sei sveglia devi tenerlo in braccio e nel frattempo sistemare le cose, fare la lavatrice, dargli il biberon, cambiarlo, farlo addormentare, cercare di non addormentarti per riuscire a fare una doccia e riprendere un aspetto decente. Ricorda che sei anche una donna, non solo una mamma!

Col passare del tempo poi i ritmi si prendono; riesci addirittura ad uscire a fare la spesa caricando carrozzina e borsa tuttofare nel bagagliaio dell’auto.

Se tutto fila liscio, una volta tornata a casa , ti complimenti con te stessa e ti senti orgogliosa .

Poi crescono e non devi più cambiare il pannolino o allattarli, ma devi aiutarli a vivere, ad accompagnarli all’ingresso della vita scolastica, delle nuove amicizie, dei primi screzi, dei primi fastidi , dei primi “non voglio andare a scuola” che poi si protrae per molti anni ancora ( almeno nel mio caso è così ) , delle prime feste di compleanno, delle pizzate con gli altri genitori,delle prime simpatie, delle prime antipatie,delle lettere in stampatello e delle orecchie ai quaderni.

Tutto si evolve, tutto cambia ogni giorno, gli anni passano e ti ritrovi ad averli adolescenti, scontrosi, padroni del mondo.

Ci sono attimi in cui ripensi a quelle notti passate insonni , riguardi le foto dei loro musetti sporchi di cioccolato e pensi “Sembra ieri che mi abbracciava continuamente e mi teneva sempre per mano; ora se potesse , si trasferirebbe dall’altra parte del mondo pur di non starmi vicini.”

E bello comunque; è intenso comunque; loro sono la tua vita, te la riempiono in ogni modo, ogni giorno e tu cresci anche un po’ con loro, impari il mestiere di genitore, fai mille sbagli, prendi decisioni affrettate, cerchi di riparare. All’affermazione “ mamma esco. “ provi a non rispondere più con un “Dove vai? Con chi? “, ma con un ok detto sottovoce per non sembrare per l’ennesima volta pesante; perché è giusto lasciarli liberi di sbagliare e di imparare, che poi i tuoi genitori non ti chiedevano mai con chi uscissi e nemmeno a che ora tornassi, ma quelli erano altri tempi, quelle erano altre storie; i ragazzi di oggi sono più avanti, positivo per un certo punto di vista , ma non sempre.

Io fondamentalmente mi fido e do loro le libertà che mi sento di dare; spero di non pentirmene.

La vita da mamma e la cosa certa è che loro sono e saranno sempre il primo pensiero della vita; il primo, unico,  vero e grande amore per sempre.

Miriam
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